Afrodite Muchia
DOI:
https://doi.org/10.54103/2037-4488/18101Parole chiave:
Afrodite Mychia, Gyaros, mychos, mychiosAbstract
L’epiteto mychia, riferito ad Afrodite in una iscrizione da Gyaros (IG XII 5, 651), ha ricevuto diverse spiegazioni sulla base di una generica semicità del termine mychos che esprime il concetto di ‘profondità: divinità ctonia, dea delle grotte o della parte più interna della casa’. μυχός, riferito a un porto in fonti antiche e moderne, è la parte più interna, quella in cui il mare raggiunge la terraferma e indica il punto di attracco per le imbarcazioni. Su questa base e considerato che Afrodite è dea invocata dai marinai in situazioni di pericolo e protettrice dei viaggi, si propone l’ipotesi che l’epiteto indichi Afrodite che porta in salvo nella parte più profonda del porto (misurata per estensione, in senso orizzontale, e in senso figurato > ‘interna’) e vicina alla terraferma ringraziata in questo modo per lo scampato pericolo.
The epithet mychia, referring to Aphrodite in an inscription from Gyaros (IG XII 5, 651), has received various explanations on the basis of a generic semicity of the term mychos, which expresses the concept of ‘depth’: ‘chthonic divinity, goddess of caves, or innermost part of the house’. The term μυχός, with reference to a port in ancient and modern sources, is the innermost part of a port, that area where the sea reaches the mainland and indicates the docking point for boats. On this basis and considering that Aphrodite is the protector of voyages and a goddess invoked by sailors in situations of danger, it is proposed that the epithet refers to Aphrodite leading them to safety in the deepest part of the port (measured by extension, horizontally, and figuratively > ‘internal’) yet close to the mainland. In this way, she is thanked for their narrow escape.
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