Introduction
Animal aesthetics: themes and problems
DOI:
https://doi.org/10.54103/balthazar/20468Abstract
L’estetica animale come campo di studi ha mostrato negli ultimi due decenni uno sviluppo importante all’interno dell’estetica ambientale. Mentre gli approcci sperimentali e speculativi (teoretici) hanno in qualche modo dominato l’estetica ambientale dalla sua nascita come campo specifico di studi dell’estetica, le ricerche specifiche indirizzate all’estetica animale hanno visto uno sviluppo per certi versi simile ma con un maggior apporto interdisciplinare.[1] Linee di ricerca filosofiche anche molto diverse fra loro prendono avvio spesso da osservazioni tratte dall’etologia o da branche specifiche della zoologia, come l’entomologia. Allo stesso tempo, biologi impegnati nelle aree più disparate della vita animale e vegetale arrivano a toccare, forse più marcatamente che nel passato, questioni squisitamente filosofiche, e in particolare, estetologiche. Se una tale commistione di approcci e linee di ricerca ha certamente generato un fiorire di studi sul comportamento artistico animale – studi spesso arricchiti da preziose osservazioni tratte dal lavoro “sul campo” – allo stesso tempo, il richiamo a concetti tradizionalmente adottati dal pensiero filosofico (arte, sensibilità, tecnica, istinto, etc.) ha generato un bisogno sempre più impellente di chiarezza concettuale a cui autori dalle formazioni teoriche più diverse stanno cercando di dare risposta.
In questa direzione, è sembrato puntuale e necessario proporre un numero della nostra rivista incentrato sull’estetica animale e su alcuni aspetti rilevanti della problematica animale. Abbiamo deciso di raccogliere alcuni contributi dalla natura anche molto diversa tra loro e con impostazioni metodologiche diverse (dalla fenomenologia, alla critica letteraria, ad esempio), in modo che il lettore possa farsi un’idea, la più problematizzante possibile, rispetto agli attuali sviluppi dell’estetica animale. In ogni caso, non abbiamo escluso dal nostro volume approcci più storici rispetto al problema dell’animale, in modo che le tematiche affrontate siano contestualizzate anche nella tradizione del pensiero occidentale. In queste brevi righe introduttive ci limiteremo dunque a indicare alcune linee di lettura che il paziente lettore potrà (o meno) decidere di seguire, per costruire un filo conduttore che unisca tutti i contributi brevemente introdotti al termine di queste pagine, e che armonizzi voci così diverse fra loro, in un panorama tanto vario e complesso come quello degli animal studies.
[1] Si veda, A. Carlson, “Ten Steps in the Development of Western Environmental Aesthetics” in M. Drenthen, J. Keulatz (Ed.) Environmental aesthetics: crossing divides and breaking ground, New York, Fordham University Press, 2014, pp. 14-15.