Scritture e riscritture bandelliane
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Abstract
La nota dichiarazione di Bandello che le sue novelle non sono «fabule, ma vere istorie» ha una varia e articolata declinazione nell’ambito finzionale del Novelliere, nel quale non di rado emergono, con un ruolo tutt’altro che privo di significato, racconti che per ambiti, fatti e personaggi hanno una riconoscibile o pretesa corrispondenza a materia e fonti di matrice storiografica. È questo il caso delle due novelle prescelte come oggetto di analisi, per sondare modalità di scrittura e riscrittura messe in atto in tale prospettiva dall’autore: la novella incipitaria dell’intera opera I, 1, di cui sono fonte le Istorie machiavelliane, e la II, 37, di particolare interesse per la complessa e peculiare struttura, in cui sono tra loro contaminate vicende appartenenti a tempi storici differenti.
The development and meaning of Bandello’s famous assertion – that his short stories are not fiction but true history – are varied and rich. In the literary and fictional world that he depicts with the colours of an illusory realism, it is not rare to find meaningful tales in which frame, events and characters are clearly or claimed congruent and consonant with historical subjects and sources. This is the case of the two tales analyzed here to investigate Bandello’s writing and his reworking sources: the first one of the whole work (I, 1), the source of which is Machiavelli, and the much wider II, 37, particularly interesting for its complex structure that makes up events from different historical times together.
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