Il dono delle muse. Mitologemi e pronomi personali nell’enunciazione musicale

Autori

DOI:

https://doi.org/10.13130/2465-0137/9431

Abstract

L’invenzione della musica presso i Greci è legata al canto delle Muse, mitologema denso e, insieme, inarrivabile arcievento. Ritornare a una vocazione “musaica” della filosofia richiede che il senso di questo dono antico sia portato alla luce. Si tratta di raccogliere i materiali per sviluppare una piccola archeologia della Musa, capace di ripensare l’incontro originario del poeta con le “datrici del canto” attraverso gli strumenti – in buona parte ancora da costruire – di una teoria dell’enunciazione. Costruire tale filosofia dell’enunciazione comporta, per un verso, l’abbandono della centralità della nozione di “teoria del significato” come forma privilegiata per lo studio della verità che è data nel linguaggio. Per altro verso, richiede la riscoperta del suono come corpo e significante che diventa luogo di una relazione indessicale – quella dell’io col suo tu mitico – che ancora abbisogna di chiarimento. Esiodo, Alcmane, la ninfa Eco, le pernici, sono soltanto alcune delle figure che occorre interpellare in questo cammino. La posta in gioco non è solamente la riscoperta di un modo di articolazione in cui voce e lingua convergono ipostatizzandosi, ma anche la sopravvivenza di una civiltà e di una filosofia che rischiano oggi di divenire quasi del tutto insensibili alla Musa, perdute nell’amousìa della lingua senza discorso.

Biografia autore

Marcello La Matina, Università degli Studi di Macerata

Dipartimento di Studi umanistici

Professore Associato di Filosofia del linguaggio (2002-)

già ricercatore di Letteratura greca (1995-2002)

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Pubblicato

2017-12-31

Fascicolo

Sezione

Saggi