Antroposchermi. Forme del continuum fisico-virtuale nella poesia italiana
DOI:
https://doi.org/10.13130/2037-2426/13693Parole chiave:
poesia italiana contemporanea, cultura digitale, capsula, Pokémon, poesia e tecnologiaAbstract
Con uno screening trasversale della poesia italiana recente, il presente studio mira a identificare le strategie retoriche e l’immaginario metaforico che hanno informato la rappresentazione della realtà virtuale al di fuori dell’ambito della poesia digitale. Si analizza in via preliminare l’identificazione degli apparati elettronici con perturbanti animali domestici e, quindi, la conversione metaforica dello schermo in superficie acquea. L’esperienza contemporanea del web 2.0 verrà dunque interpretata alla luce della similitudine con una capsula virtuale, in grado di isolare il soggetto e disintegrare il suo rapporto con l’ambiente fisico contiguo. Infine si intende verificare la traduzione di tali stimoli nella resa letteraria, ipotizzando che le conseguenze di un simile approccio debbano essere riconosciute nella sperimentazione sulla strofa (una capsula testuale), nella saturazione dei tropi e nella costruzione di sequenze testuali invertibili.
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