Tra poesia e psicoanalisi Note sull’opera di Durs Grünbein

Autori

  • Rosalba Maletta Università degli Studi di Milano

DOI:

https://doi.org/10.13130/2037-2426/12599

Parole chiave:

Durs Grünbein, poesia, psicoanalisi, oggetto poetico, oggetto analitico, Bahnung, Freud, processi creativi

Abstract

Tra “Corporeal Turn” e modelli biocognitivi la poesia e la psicoanalisi non cessano di testimoniare quanto la conoscenza umana sia sovradeterminata dalla dimensione fantasmatica che informa ritmo, stile e strategie retoriche dell’animale umano. La poesia e la psicoanalisi trasgrediscono i limiti della comunicazione autoconsapevole per cercare la complessità in modi e forme di espressione alternativi. Poesia e psicoanalisi mostrano una profonda sfiducia nel nominare, concettualizzare e definire e promuovono una conoscenza che elude dominio, padronanza e controllo mediante la ricerca di “un altro dire”. Questa indagine sulla resistenza della psicoanalisi e della poesia al discorso attuale si sviluppa alla luce della produzione lirica e saggistica di Durs Grünbein, uno dei massimi poeti tedeschi contemporanei. L’opera di Grünbein, che ha trascorso più di 20 anni nella Germania orientale, dove è nato, esplora i processi creativi che presiedono al poetico ed emergono nella vita quotidiana, ogniqualvolta l'individuo si liberi dall'imposizione di categorie predeterminate. Concentrandosi sulle potenzialità in gioco nei processi inconsci, Durs Grünbein indaga la frammentarietà del mondo, la fragilità e la precarietà della vita creando oggetti poetici, le cui caratteristiche prosodiche, stilistiche, retoriche rinviano agli oggetti internalizzati della psicoanalisi. Anche il concetto freudiano di Bahnung viene chiamato in causa nella ricerca sui processi creativi qui indagati.

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Pubblicato

16-12-2019

Come citare

Maletta, R. (2019). Tra poesia e psicoanalisi Note sull’opera di Durs Grünbein. ENTHYMEMA, (24), 433–458. https://doi.org/10.13130/2037-2426/12599

Fascicolo

Sezione

Poesia e psicoanalisi – A cura di M. Bonazzi, F.A. Clerici e R. Maletta