“Insegne” femminili tra Etruria e Roma

Autori

DOI:

https://doi.org/10.54103/2035-4797/17065

Parole chiave:

Etruschi; Romani; mundus muliebris; specchi; insegne; catoptromanzia

Abstract

A partire dalla radice mun-, il contributo ne esplora le differenti traiettorie semantiche in latino e in etrusco che potrebbero portare ad approfondirne il risvolto concreto nelle due culture nel campo delle “insegne” concepite per le donne nelle loro rispettive società. Da un lato le “insegne” morali destinate alle donne latine, tra cui la munditia, e dall’altro quelle concrete etrusche, come gli specchi in funzione catoptromantica. Su uno di questi compare infatti munθuχ, una figura femminile i cui compiti ricadono nella dimensione dell’ordine fisico, naturale e soprannaturale, mantenendosi così il significato più completo della radice mun-.

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Biografia autore

Giovanna Bagnasco Gianni, Università degli Studi di Milano

Giovanna Bagnasco Gianni è professore ordinario di Etruscologia presso l’Università degli Studi di Milano. È direttore del Direttore del Centro di Ricerca Coordinata “Progetto Tarquinia” e i suoi risultati più importanti riguardano la civiltà etrusca attraverso l’analisi e l’interpretazione dei dati archeologici e epigrafici.

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Pubblicato

2022-01-12

Fascicolo

Sezione

Studi di amici e colleghi per Maria Teresa Grassi (I parte)