La dedica ad Eracle Reggino da Castellace di Oppido Mamertina: un’iscrizione efebica?
DOI:
https://doi.org/10.13130/2035-4797/3152Parole chiave:
Eracle Reggino, Castellace, cicale, efebia, eschatia coloniale, peripoloi, calcidese, heros-theosAbstract
Al passaggio di Eracle nel territorio di confine tra le chorai reggina e locrese allude una ricca tradizione letteraria, diffusamente narrata da D.S., 4.22.5, che si intreccia alle leggende musicali riguardanti le cicale del fiume Alece. Un’attenta rilettura dei testi, tuttavia, induce a collocare il celebre episodio diodoreo della sosta di Eracle, molestato dalle cicale, sul confine settentrionale tra le due chorai, lungo il versante tirrenico, teatro di forte conflittualità tra le due apoikiai rivali. Proprio dal comprensorio del Metauro, in un’area liminale della chora reggina interessata tanto da insediamenti indigeni quanto da rivendicazioni locresi, proviene la lamina bronzea con dedica ad Eracle Reggino. Questa, se non può ritenersi indizio certo della presenza di un santuario dedicato all’eroe, costituisce tuttavia segno tangibile del radicamento di Eracle quale riferimento cultuale per i Reggini sparsi nell’eschatia coloniale. L’analisi del contesto storico-culturale di provenienza della dedica, unitamente alle considerazioni sulla liminalità dei culti dell’heros-theos in rapporto ai riti di passaggio giovanili, induce a interpretare la genesi della dedica in riferimento all’attività degli efebi mandati a presidio della chora coloniale.Metriche
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