Togliersi la maschera: politica e poetica delle parabasi comiche

Autori

  • Stefano Caciagli Università di Bologna
  • Dino De Sanctis Universtà della Tuscia
  • Mario Regali Università di Napoli Federico II
  • Maddalena Giovannelli Università della Svizzera Italiana

DOI:

https://doi.org/10.54103/2532-6805/22624

Abstract

Sezione tipicamente comica, al centro della rappresentazione, la parabasi rappresenta, a partire da Cratino, il momento nel quale il coro, rompendo la distinzione scenica rispetto al pubblico, espone l’opinione del poeta che tende a celebrare la sua arte rispetto a quella dei suoi antagonisti nell’agone drammatico. Canonica è la parabasi che si articola in sette parti, anche se in alcune commedie di Aristofane sono presenti sezioni corali definite “seconde parabasi” o “parabasi finali” che rivelano con la tradizionale parabasi sia per forma sia per signifi ato una sostanziale analogia. La rifle sione esegetica ha per lo più analizzato la parabasi in merito alla sua struttura metrica e alle sue parti costitutive, cercando di ricostruire sul piano drammaturgico lo svolgimento di questo fondamentale momento performativo, mettendone in evidenza la sua decisiva valenza. Non sorprende, per tutto ciò, che anche nelle contemporanee rappresentazioni della commedia aristofanea la parabasi sia avvertita come una fase di non poco rilievo. Qui il regista tende a rivelare spesso notevole originalità, abbandonando eventuali valutazioni di poetica a vantaggio di una attualizzazione delle tematiche aff ontate e analizzate in chiave politica o culturale. Un’i nteressante testimonianza in questo senso è l’i nserimento di una sezione parabatica a fine commedia, assente nel testo di Aristofane, per la rappresentazione siracusana delle Donne al Parlamento del 2013, nella traduzione di Andrea Capra, a opera del regista Mario Pirrotta con al centro la denuncia di inquietanti statistiche relative alla violenza sulle donne. 

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Pubblicato

2020-12-30

Fascicolo

Sezione

Articoli