Oltre i muri: il caso di Bidisha
DOI:
https://doi.org/10.13130/2035-7680/15550Parole chiave:
Asylum and Exile; Beyond the Wall; Bidisha; Muro; RifugiatiAbstract
Regista, giornalista di successo (lavora per The Daily Telegraph e The
Independent), autrice di due romanzi best-seller che hanno consacrato la sua fama di
giovane artista (Seahorses, del 1997, e Too Fast to Live, pubblicato tre anni dopo),
nell’ultimo decennio Bidisha ha deciso di dedicarsi alla scrittura di testi in cui la finzione
si combina con elementi di denuncia e testimonianza. Dopo Venetian masters (2008),
opera autobiografica in cui ha rivelato i pregiudizi che si celano dietro la facciata
impeccabile della società veneziana, Bidisha sembra aver dato vita a un progetto teso
all’inclusione di chi è comunemente relegato ai margini, impegnandosi così ad
abbattere metaforicamente dei muri che ora sono tangibili e reali, ora sono
rappresentati dalle pareti invisibili di una Londra che, in piena crisi dei rifugiati, sembra
voler ignorare la loro presenza.
Questo saggio si propone di indagare le strategie utilizzate dall’autrice per
documentare ciò che i muri nascondono, per restituire visibilità e dignità a esistenze
precarie che si sforzano di resistere alla cancellazione; l’oggetto di analisi saranno due
opere che attingono all’oralità: Beyond the Wall: Writing a Path through Palestine (2012)
e Asylum and Exile: The Hidden Voices of London (2014).
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