Le voci di Tanja. Un tessuto di traduzioni mediterranee

Autori

DOI:

https://doi.org/10.13130/2035-7680/9826

Abstract

Tangier is the main city of the Northern Moroccan region. As the only one to benefit from the International Status during the French Protectorate, it has always been influenced by multilingualism: the local diglossia, due to the coexistence of the locale dialect, darija, and Standard Arabic, exists side by side with three local darijas of Amazight, official language from 2011; more, due to the colonial period, the general knowledge of Spanish is linked to the territorial control of Spain on the North of Morocco and to the commercial contacts between the shores while French was imposed as official language in the educational and administrative sphere. The identity of translational city (S. Simon, 2012) still exists and it is today still problematized because of the increasing migration flows directed to the cities and originating both in Europe and in the Moroccan countryside. This phenomenon is the result of the unprecedented economical development of the North, due to the set up of de-localized productive activities in free zones spread over the whole territory. The categories of class and gender determine a relation with the languages beginning from situated subjects and reveal the differential inclusion produced in loco. Starting from some interviews to women working in the de-localized textile factories of Tangier, I propose a socio-linguistics analysis aimed to identify some translation processes among situated female universes.

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Biografia autore

Lucia Turco

Lucia Turco ottiene la laurea triennale in “Lettere e filosofia” nel 2009 presso l’Università Roma3 in Roma, seguita dalla Laurea Specialistica in “Cooperazione internazionale, sviluppo e diritti umani” nel 2013 presso l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna in seguito ad aver trascorso sei mesi nella città di Tanger (Ottobre 2012-Marzo 2103), con una borsa Erasmus Mundus Al Idrisi, al fine della ricerca sul terreno per la tesi magistrale incentrata sul lavoro delle donne nelle fabbriche tessili de-localizzate del nord del Marocco. Assegnataria della borsa Rene Cassin, messa a disposizione dall’Emilia Romagna in collaborazione con la Kip International School, ha trascorso un anno (Dicembre 2013 – Dicembre 2014) a Tirana, dove si è interessata, in collaborazione con l’associazione locale BAZH, alla conoscenza della lingua italiana come dispositivo neo-coloniale e alla rendicontazione di innovazioni sul territorio. Redattrice di una rubrica di racconti sull’esperienza albanese reperibile sul sito kipuniversitas.org, ha poi partecipato alla pubblicazione del “First National Catalogue of Innovation for Human Development”, reperibile sul sito ideassonline.org. Partecipa alla pubblicazione dell’annuario IAPH 2013-2014 con un contributo intitolato “Tessere relazioni mediterranee. Delocalizzazioni e narrazioni di genere a Tanger”. Ottiene il dottorato di ricerca in Studi Internazionali presso l’Università di Napoli, l’Orientale, in co-tutela con l’Università Aix-Marseille. Grazie ad una borsa Erasmus Mundus Battuta, trascorre molto tempo in Marocco e avvia proficue relazioni con l’Università El Mahrez di Fès e Abdelmalek Essaadi di Tanger. Il lavoro di ricerca si concentra sui dispositivi urbanistici e linguistici che intervengono nelle relazioni tra donne mediterranee che agiscono la città di Tangeri e prende in considerazione la casa come soggetto su cui agire pratiche di traduzioni. Ha partecipato a diverse conferenze presso l’Università di Aix-Marseille e tenuto lezioni presso l’Università di Parma e l’Università della Calabria.

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Pubblicato

2018-02-28

Come citare

Turco, Lucia. 2018. «Le Voci Di Tanja. Un Tessuto Di Traduzioni Mediterranee». Altre Modernità, febbraio, 268-78. https://doi.org/10.13130/2035-7680/9826.

Fascicolo

Sezione

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