Dalla schiavitù alla marginalità: il razzismo in Brasile come paradigma del potere, una prospettiva letteraria

Autori

  • Luca Fazzini

DOI:

https://doi.org/10.13130/2611-6537/13545

Parole chiave:

Letteratura brasiliana, relazioni etnico-razziali, potere e violenza, Lima Barreto, Cidinha da Silva

Abstract

Indagare la relazione tra potere e identità subalterne in Brasile significa inoltrarsi all’interno di un dibattito pieno di tensioni e conflitti. Da un lato il mito della democrazia razziale, del Brasile come il paese dell’incontro pacifico tra alterità. Dall’altro la dura realtà della segregazione etnico-razziale e del genocidio dei corpi considerati indesiderati. Partendo da una prospettiva letteraria, con la lettura di alcune delle cronache di Lima Barreto riunite nel volume Lima Barreto: cronista do Rio (2017), e di Cidinha da Silva in #Parem de nos matar! (2019), il presente articolo discute due tra le tante dinamiche attraverso le quali il razzismo si impone come strutturante all’interno della società brasiliana: la costituzione di una realtà urbana divisa e segregata, e l’uso della morte come strumento di controllo. Analizzando tali dinamiche sarebbe dunque possibile tracciare una linea continua che, senza significative rotture, parta dall’esperienza traumatica della schiavitù ed arrivi all’oggi della marginalizzazione sociale.

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Pubblicato

2020-05-28