Scipione a corte: Il «Certamen inter Hannibalem et Alexandrum ac Scipionem Aphricanum» di Filippo Lapaccini

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Matteo Bosisio

Abstract

L’articolo illustra gli aspetti formali e ideologici principali contenuti nel Certamen inter Hannibalem et Alexandrum ac Scipionem Aphricanum e ne fornisce il testo critico (Mantova, ms. 124). Il componimento, scritto in terza rima dal poeta Filippo Lapaccini, risulta un volgarizzamento “rappresentativo” del XII Dialogo dei morti di Luciano. In particolare il modello seguito dal poeta è costituito dalla versione latina del Dialogo di Giovanni Aurispa. Lapaccini, operante a Mantova sul finire del XV secolo, adatta il testo al gusto teatrale che si stava imponendo nelle corti centro settentrionali e sembra accostare il proprio signore, Francesco II Gonzaga, a Scipione l’Africano, protagonista dell’opera.

The article explains the formal and ideological aspects of the Certamen inter Hannibalem et Alexandrum ac Scipionem Aphricanum and provides the critical edition of the text (Mantua, ms. 124). The poem, written in ‘terza rima’ by the poet Filippo Lapaccini, is a theatrical ‘volgarizzamento’ of the twelfth Dialogue of the Dead of Lucian. In particular, the model followed by the writer consists in the Giovanni Aurispa’s Latin version of the Dialogue. Lapaccini, who works in Mantua in the late 15th century, adapts the text to the theatrical taste that was being established in North Central courts and seems to compare his lord, Francesco II Gonzaga, to Scipio Africanus, the protagonist of the work.

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Come citare
Bosisio, M. (2014). Scipione a corte: Il «Certamen inter Hannibalem et Alexandrum ac Scipionem Aphricanum» di Filippo Lapaccini. Carte Romanze. Rivista Di Filologia E Linguistica Romanze Dalle Origini Al Rinascimento, 2(2). https://doi.org/10.13130/2282-7447/4207
Sezione
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Biografia autore

Matteo Bosisio, Università degli Studi di Milano

Matteo Bosisio è dottorando in Storia della lingua e della letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Milano (XXVII ciclo). La sua attività di ricerca si volge principalmente alla letteratura teatrale dei secoli XIV-XVI con studi sull’Ecerinis, sulle rappresentazioni del Quattrocento, sul Re Torrismondo di Tasso e sulla commedia cinquecentesca. Altri campi di interesse sono costituiti da Boccaccio e dall’esame dei rapporti tra scrittori medievali e rinascimentali con la società, la committenza, le istituzioni. Ha al suo attivo la partecipazione a convegni di ambito nazionale e internazionale.