Due «unica» tra le «altre sestine provenzali»: «Quan pes qui suy, fuy so que·m franh» (BdT 376,2) ed «Eras, pus vey mon benastruc» (BdT 227,3)

Contenuto principale dell'articolo

Alessio Collura

Abstract

L’articolo riflette sul successo occitano della sestina di Arnaut Daniel sulla scia degli altri tentativi poetici in lingua d’oc che fanno di Lo ferm voler qu’el cor m’intra (BdT 29,14) il proprio modello. In particolare, ci si sofferma sull’analisi di Quan pes qui suy, fuy so que·m franh (BdT 376,2) di Pons Fabre d’Uzès e di Eras, pus vey mon benastruc (BdT 227,3) di Guillem Peire de Cazals. Le due cansos vengono, dunque, tradotte e analizzate secondo una prospettiva comparativa, cercando di integrare analisi contenutistica, stilistica e retorica, e ripercorrendo le fasi salienti della critica.

The article focus on the occitan success of Arnaut Daniel’s sestina in the wake of the other poems in langue d’oc that make Lo ferm voler qu’el cor m’intra (BdT 29,14) their own model. In particular, the study concerns Quan pes qui suy, fuy so que·m franh (BdT 376,2) by Pons Fabre d’Uzès and Eras, pus vey mon benastruc (BdT 227,3) by Guillem Peire de Cazals. Therefore, the two cansos are translated and then analyzed using a comparative perspective by trying to integrate study of content and stylistic and rethorical analysis, and by retracing the key moments of criticism.

Dettagli dell'articolo

Sezione
Testi
Biografia autore

Alessio Collura, Università degli Studi di Palermo

Alessio Collura è docente a contratto di Filologia romanza presso l’Università degli Studi di Palermo. Già assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche di Palermo, è stato post-doctorant e chercheur visiteur del laboratorio CLEE-ERSS dell’Université Jean Jaurès di Tolosa, dove ha collaborato a un progetto di edizione elettronica in TEI del canzoniere occitano R. I suoi ambiti principali di ricerca riguardano: le origini letterarie romanze, con particolare riferimento alla produzione lirica in lingua d’oc, dove opera su aspetti ecdotici e storico-letterari; la diffusione della letteratura cristiana apocrifa in area galloromanza e la relazione tra apocrifi, eresia catara e francescanesimo spirituale in Occitania; la tradizione manoscritta dei canzonieri occitani; la filologia siciliana medievale. Attualmente sta curando l’edizione del volgarizzamento occitano dell’Evangelium Nicodemi e ha in preparazione un nuovo studio e una nuova edizione del testo siciliano quattrocentesco dell’Istoria di Sant’Ursula di Antoni di Olivieri.