Cultura letteraria nella Spagna del XVI secolo. Le «Treze questiones muy famosas sacadas del Philocolo del famoso Juan Boccaccio»

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Carmen Fatima Blanco Valdés
http://orcid.org/0000-0001-6335-0153

Abstract

Nel 1546 si pubblica a Siviglia una traduzione “non autorizzata” dell’episodio delle «Tredici Questioni d’amore» che fanno parte del IV libro del Filocolo di Boccaccio. Lo stesso anno, a Toledo, si pubblica la traduzione dello stesso testo, questa volta con il permesso dei traduttori. Di quest’ultima si faranno due riedizioni, la prima a Toledo nel 1549 e la seconda a Venezia nel 1553. La traduzione è opera di due traduttori: Diego López de Ayala, canonico della cattedrale di Toledo, che si occupa della traduzione del testo, e Diego de Salazar, che compone dei poemetti che servono come riassunto sia dell’argo- mento di ognuna delle questioni sia della soluzione finale. Entrambi i traduttori collaboreranno nuovamente nella traduzione dell’Arcadia di Sannazaro. Da ricerche precedenti si può stabilire come testo base della traduzione l’incunabolo veneto del Filocolo del 1472 (riedito nel 1481, 1488 e 1497). L’articolo confronta contrastivamente i due testi per individuare, in un primo momento, le differenti tecniche e strategie traduttologiche usate da López de Ayala. Scopo dello studio non è solo quello di descrivere queste tecniche, ma anche di metterle in rapporto con vari aspetti che riguardano la cultura editoriale e la situazione sociale della Spagna del XVI secolo, come il nuovo tipo di lettori, la censura letteraria – ragione per la quale, a nostro avviso, il traduttore modifica e manipola frammenti del testo – o la finalità ultima del testo che vede modificata la sua funzione testuale rispetto al testo d’origine. In effetti, la traduzione spagnola si avvicina piú a una specie di catalogo di casistica amorosa con intenzionalità didattica e moraleggiante, diversa dalla funzione di diletto del romanzo sentimentale di derivazione alessandrina scritto da Boccaccio. Prima di affrontare l’analisi della traduzione si offre un’introduzione in cui vengono contestualizzate la storia editoriale della Spagna del secolo XVI e le varie riflessioni riguardanti il panorama traduttologico di allora, tra cui le polemiche svolte da Alonso de Cartagena e Alonso del Madrigal – collaboratori del progetto traduttologico del Marqués de Santillana – o la polemica tra Alonso de Cartagena e Leonardo Bruni. 

In 1546 an unauthorised translation into “romance hispano” of the episode of “Le tredici quistioni d’amore” coming from the fourth book of Giovanni Boccaccio’s Filocolo was published in Seville. The very same year the same text was brought out in Toledo in an authorized version, which will be published again in Toledo in 1549 and in Venice in 1553. The translation was carried out by two translators: Diego López de Ayala, a clergyman from Toledo and author of the translation, and Diego de Salazar, who writes some poems which summarize both the topic of every question and their solution. Both translators will collaborate later in the translation of Sannazaro’s Arcadia. Thanks to previous works the identification of the source text as the 1472 Venetian incunabulum (reedited in 1481, 1488 and 1497) has been possible. In this paper, I analyse both texts from a contrastive point of view with the aim to identify the different traductological techniques and strategies used by López de Ayala. In addition, these strategies are not only described, but also studied according to some factors dealing with Spanish culture during 16th century, such as the new reading audience, literary censorship – due to what the translator must modify the source text to adapt it culturally –, or the purpose of the text itself, which modifies the textual function of the translation if compared with that of Boccaccio’s text: the work in Spanish is presented as a catalogue of types of love stories with didactic and moral aims and no longer as a sentimental romance of Alexandrine derivation. With these purposes and before the analysis of the translation an introduction is given to contextualise both the historical and cultural frames of 16th century Spain and the situation of reflections on translation among Castilian authors, mainly Alonso de Cartagena and Alonso de Madrigal – collaborators in the Marquis of Santillana’s traductological project – and the polemic debate between Alfonso de Cartagena and Leonardo Bruni. 


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Sezione
Saggi
Biografia autore

Carmen Fatima Blanco Valdés, Università di Cordova (Spagna)

CARMEN F. BLANCO VALDÉS è ordinaria di Filología Italiana nell’Università di Córdoba (Spagna). Formatasi nell’Università di Santiago de Compostela, si è dedicata in particolare allo studio della letteratura italiana medievale; tra i suoi temi favoriti si ricordano il Dolce Stil Novo, al quale ha dedicato una monografia nel 1996 (El amor en el Dolce Stil Novo. Fenomenología: teoría y práctica) e Boccaccio, del quale ha studiato il Filocolo (che ha pure tradotto, 2004), le Rime e il Trattatello in laude di Dante. Per quanto riguarda la letteratura contemporanea ha fatto delle incursioni nelle opere di Gabriele D’Annunzio, Antonio Tabucchi, Alberto Moravia, Umberto Eco. Spiccano i suoi studi sulla Memoria storica e il racconto del trauma, tra cui gli articoli The Auschwitz Trilogy by Primo Levi: Language as a form of survival (2016) e Il clamore non è che silenzio: Pier Paolo Pasolini e «Le ceneri di Gramsci» (2013).