Il rumore nel suono (e nell’armonia).
Riflessioni su un’intuizione di Jean-Jacques Rousseau
DOI:
https://doi.org/10.54103/2465-0137/18659Parole chiave:
Rousseau, Rameau, rumore, imitazione, armonia, musica spettraleAbstract
In genere suono e rumore, così come armonia e rumore, sono termini a esclusione reciproca. Nella sua polemica con Rameau, Rousseau mette in discussione questa opposizione di principio e suggerisce che suono, rumore e armonia sono più apparentati di quanto si possa immaginare. Non si tratta solo di rilevare che l’armonia si presta all’imitazione dei rumori naturali e che, in un senso lato, non è altro che rumore, in quanto incapace d’imitare gli accenti della voce umana; in termini più essenziali, Rousseau mostra che nel suono prodotto dalla vibrazione di un corpo vibrante — cioè proprio nel fenomeno sul quale Rameau aveva inteso fondare la teoria armonica — c’è già del rumore. Commentando il testo rousseauiano, questo articolo intende mostrare in che senso questa intuizione viene a trovarsi in linea con il progetto di esplorazione della materia sonora perseguito dagli spettralisti nel Novecento; ma evidenzia anche in che senso questa intuizione non può essere considerata come una vera e propria anticipazione, fondandosi su una concezione più statica (e tipicamente settecentesca) dell’oggetto musicale.
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