Ripensare l’opera lirica nell’era di Internet, a ritroso fino a Jules Verne
DOI:
https://doi.org/10.54103/2465-0137/16868Parole chiave:
Opera lirica, melomania, cultura digitale, letteratura fantascientifica, Jules Verne, Teatro alla ScalaAbstract
A cominciare dalla fine del ventesimo secolo, l’emergenza del Web, delle tecnologie digitali e dello streaming ha profondamente influenzato il mondo musicale. In questo articolo, mi concentro sull’impatto di questo processo trasformativo sulla diffusione e sulla ricezione della musica d’opera. Alcune novità della cultura operistica contemporanea includono il servizio Met Live in HD e Met Opera on Demand a New York, il sistema Friday Rush della Royal Opera House di Londra, la Troisième Scène dell’Opéra de Paris, e la rinnovata popolarità mediatica della serata inaugurale del Teatro alla Scala. Si tratterà anche, in una prospettiva storica di più lunga durata, di tracciare le origini culturali del rapporto fra opera e Web e di esplorare il nesso che, fin dall’Ottocento, lega divismo, melomania, nuovi media e tecnologia di registrazione. Lo studio dell’immaginario letterario e fantascientifico è particolarmente proficuo. Per esempio, nel suo romanzo gotico Le Château des Carpathes (1892), Jules Verne descrive la melomania del barone Rodolphe de Gortz: in un lugubre castello della Transilvania, il barone riporta in vita sotto forma di ologramma la diva italiana La Stilla attraverso proiezioni visive e registrazioni fonografiche.
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