Alle origini della tutela del lavoro minorile nello Stato unitario: la l. 11 febbraio 1886, n. 3657, a tutela dei bambini sfruttati
DOI:
https://doi.org/10.13130/2464-8914/12650Parole chiave:
Fanciulli, Lavoro minorile, Lavoro notturno, TutelaAbstract
Il contributo intende analizzare il primo intervento dello Stato italiano, nella contrattazione privata e nella pratica dei rapporti tra datori di lavoro ed operai, posto in essere con la l. n. 3657 dell’11 febbraio 1886 a tutela del lavoro e dello sfruttamento minorile.
Raggiunta da poco l'unificazione nazionale, la struttura economica del nostro Paese appariva, rispetto ad altre nazioni europee, ancora di tipo pre-industriale, e caratterizzata da pochi tentativi di passaggio dall'artigianato all'industria in determinati settori e solo nelle regioni del settentrione.
Le condizioni dell'arretratezza dell'industria italiana, certamente poco sensibile alle esigenze di aggiornamento tecnico, hanno obbligato i datori di lavoro, costretti ad operare in un mercato fortemente concorrenziale e non garantito contro le merci straniere, verso le quali non era prevista alcuna forma di protezione, a sfruttare oltre ogni limite le condizioni più semplici, o per essere più precisi il basso costo del lavoro e l'assenza di protezione legale. Da qui un elevato quantitativo di forza lavoro infantile inserito (accanto a quella femminile: c.d. mezze forze) nel processo produttivo e utilizzato in lavori gravosi, nocivi e antigienici, con effetti praticamente deleteri dal punto di vista sanitario per le loro già tanto deboli condizioni fisiche, tra l'indifferenza dei datori di lavoro spinti prevalentemente dai loro interessi capitalistici a sfruttarli senza alcun vincolo legale, e la necessità sempre più impellente di tutelare questa manodopera.
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