Il morbo crudele”. Opinione pubblica e diritto dell’emergenza in Italia di fronte all’influenza ‘spagnola’

Autori

  • Filippo Rossi Università degli Studi di Milano

DOI:

https://doi.org/10.13130/2464-8914/14891

Parole chiave:

Influenza ‘spagnola’ in Italia; epidemie e Stato di diritto; opinione pubblica tra ordine e libertà; legislazione di guerra e stato d’emergenza; libertà di espressione e libertà di stampa vs. tutela della salute pubblica.

Abstract

Complice l’attuale battaglia con il Covid-19, il rinnovato interesse per le malattie contagiose e per il modo di affrontarle può indurre a cercare nella ‘gestione’
dell’influenza ‘spagnola’ risposte e soluzioni agli interrogativi che agitano la società di oggi di fronte all’infuriare della pandemia: è possibile conciliare libertà dell’uomo e tutela della salute? L’opinione pubblica deve concorrere al governo dell’emergenza sanitaria? Fino a che punto è consigliabile informare la popolazione (e quindi spaventarla)? Sebbene l’analisi delle strategie giuridiche adottate dal governo italiano nel fronteggiare l’avanzata del ‘morbo crudele’ riveli stupefacenti somiglianze tra ieri e oggi (quarantene, misure sanitarie, reazioni collettive e paure non sembrano infatti essere affatto mutate), la ricerca di linee generali di condotta, di per sé ammissibile e utile, non deve suggerire pericolose comparazioni: l’assetto istituzionale, gli apparati di gestione e di controllo e il rapporto tra autorità e società di un secolo fa marcano profonde cesure tra l’Italia della ‘spagnola’ e quella del coronavirus. A fronte di un comune incremento del potere normativo dell’esecutivo, la ‘torsione autoritativa’ della tarda età liberale e la legislazione di guerra determinarono una vera e propria crisi delle istituzioni rappresentative, attribuendo al Ministero dell’Interno (allora rappresentato da Vittorio Emanuele Orlando, che era anche alla guida del Consiglio dei Ministri) amplissimi poteri in campo sanitario, di pubblica sicurezza e di controllo delle informazioni riservate, lasciando alla stampa il difficile compito di rapportarsi con un’opinione pubblica volutamente esclusa dalla politica del diritto. Nel gettare un ponte tra due ‘mondi’ simili eppure lontani, le pagine che seguono tracciano una ‘micro-storia’ all’interno della ‘macro-storia’ sulla pandemia del 1918 e del‘laboratorio giuridico’ italiano sulla ‘spagnola’, per dimostrare come spesso (allora) ma non sempre (oggi) sia lecito ritenere che l’allarme sanitario si traduca in vero e proprio stato d’emergenza, determinando la violazione dei diritti e l’annullamento delle libertà dell’uomo.

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Pubblicato

2020-12-28

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