Notai e diritto a Venezia: sviluppo di una disciplina
Articolo sottoposto a procedimento di peer-review
DOI:
https://doi.org/10.54103/2464-8914/21911Parole chiave:
Repubblica di Venezia, Notariato, legislazione, storiaAbstract
Il saggio segue lo sviluppo della professione notarile a Venezia nella produzione di atti privati (instrumenta) e atti di governo (acta). Nel medioevo, entrambe le attività erano praticate dal clero secolare. Con l’avvento del Commune, venne istituita una Cancelleria per archiviare tanto gli acta quanto gli instrumenta. Un Cancellier Grande laico organizzava il lavoro di segretari membri del clero, che redigevano anche atti privati. Quando i requisiti per l’esercizio del notariato si fecero più severi, fu introdotta un’attenta selezione. I due ambiti del notariato iniziarono a differenziarsi. Nel 1433, una bolla papale proibì al clero di esercitare funzioni segretariali nelle istituzioni secolari. Fu l’inizio di un ricambio nel personale di Cancelleria: i nuovi segretari venivano scelti tra i laici. La cittadinanza veneziana, requisito principale per l’accesso ai posti di Cancelleria, era strettamente disciplinata. Criteri simili vennero applicati ai notai privati: dopo il successo di alcuni esperimenti, da ultimo nel 1514 si istituirono una procedura per l’ammissione alla professione e un Collegio notarile.
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