La Grande Guerra nel Codice Rocco: percorsi normativi, argomentativi e ideologici del disfattismo politico
DOI:
https://doi.org/10.54103/2464-8914/27619Parole chiave:
Grande Guerra, Codice penale Rocco, disfattismo, libertà di espressione, reati d’opinioneAbstract
Durante la Grande Guerra nell’ottobre 1917, proprio in uno dei momenti di maggiore difficoltà nella conduzione della guerra, si inaugurava nell’ordinamento italiano, accanto alla censura della stampa delle note pagine bianche, la norma che andava a colpire la libertà di espressione di qualsiasi cittadino. La norma mirava a colpire non solo le notizie false o semplicemente scomode ma anche le voci ritenute disfattiste, ricomprendendo nelle voci sia commenti e sfoghi del singolo cittadino sia la propaganda organizzata antimilitarista, in primis quella socialista. Questa normativa eccezionale diventò la premessa storica e ideologica della repressione del disfattismo politico del codice Rocco. Più in generale, rivela come il regime fascista si sia appropriato della guerra non solo come momento fondante, ma anche come condizione esistenziale entro cui concepire la più importante legislazione fascista in materia penale e definire i rapporti interni tra individui e Stato e tra gli Stati. Lo studio intende seguire i percorsi normativi argomentativi e ideologici che dalla Grande Guerra, attraverso i provvedimenti del 1926, portarono alla definizione del reato di disfattismo del codice penale fascista.
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