Dante ad Auschwitz: la poetica di Dante nell’opera di Primo Levi

Autori

  • Sabrina Peron Università degli Studi di Milano

DOI:

https://doi.org/10.13130/2039-9251/2046

Abstract

Dei libri di Primo Levi (chimico, saggista, scrittore, testimone), colpisce il tono privo di retorica e di vittimismo che volutamente evita artifici diretti a suscitare nel lettore la commozione. Altresì colpisce la sua chiarezza, attuata con una ricerca di economia linguistica, che porta a una scrittura rapida, snella ed essenziale, affinché «tutti comprendano». Scrittura che ha a che fare con la forma mentis di Levi, scienziato e chimico attento al giusto dosaggio degli elementi e al rigore del trattamento senza fronzoli dei mezzi linguistici. Dietro tale solo apparente semplicità, il dramma personale e storico di Levi è però filtrato, ripensato e rielaborato attraverso grandi modelli culturali e, in particolare, l’opera di Dante. Due sono gli aspetti più generali della poetica dantesca che si ritrovano nell’opera di Primo Levi e in particolare in Se questo è un uomo e, ancora più specificatamente, nel capitolo Il canto di Ulisse. Anzitutto e principalmente il tema dell’inferno, vi è poi il tema del viaggio.

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Pubblicato

2012-03-02

Fascicolo

Sezione

Saggi