Umanità e alterità in Montaigne e nei moderni

Autori

  • Sofia Bonicalzi Università di Roma Tre

DOI:

https://doi.org/10.13130/2039-9251/747

Abstract

Nei secoli successivi alla scoperta dell’America gli intellettuali europei si impegnarono in un complesso dibattito riguardante la natura dei popoli recentemente scoperti e l’ammissibilità della conquista. Nella riflessione di Montaigne, a fronte di una critica serrata della civiltà europea, il nuo-vo mondo diventa il paradigma di un’umanità diversa e nella quale forse si può ancora sperare, ma l’atteggiamento prevalente fra ’500 e ’700 ri-sultò piuttosto caratterizzato da chiusura e incomprensione e si tradusse nell’elaborazione di fantasiose leggende che dessero conto dell’origine e della diffusione degli indios. Se per Lévi-Strauss ciò può essere ricondot-to al senso di profondo smarrimento che colse gli occidentali trovatisi di fronte ai popoli nudi, per Gliozzi le diverse proposte teoriche avrebbero piuttosto rappresentato la copertura ideologica della conquista armata e dell’apparato coloniale, ingrediente determinante nell’affermazione del nuovo sistema di produzione borghese.

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Pubblicato

2010-12-22

Fascicolo

Sezione

Saggi