La memoria dell’acqua: usi e costumi dell’askòs nei territori della Magna Grecia
DOI:
https://doi.org/10.54103/2035-4797/27451Parole chiave:
askòi; acqua; vino; olio; conservazione; trasportoAbstract
Tale contributo presenta i primi risultati di uno studio sugli askòi provenienti dai centri magnogreci dell’arco ionico e dalle aree indigene comprese tra i fiumi Ofanto e Basento, cominciando da quelli individuati a Jazzo Fornasiello (Gravina in Puglia, BA). Gli obiettivi sono da una parte uno studio dell’evoluzione morfologica dell’askòs, analizzato in un periodo compreso tra il IX e il I secolo a.C., e dall’altra un tentativo di individuazione del ruolo e della funzione di tale forma vascolare. Questi ultimi aspetti possono essere dedotti da molteplici elementi, tra cui lo studio della conformazione e delle dimensioni dell’askòs e l’analisi delle sostanze conservate al suo interno (come acqua, vino, aceto e olio), l’indagine dei contesti di rinvenimento e l’esame delle diverse associazioni di materiali in essi individuati. La chiave interpretativa proposta per gli askòi è che essi servissero anche come contenitori per la conservazione e il trasporto di liquidi potori, come suggerito sia dallo stato attuale dell’arte che dal repertorio iconografico.
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