Il principe di Biscari e il principe di Torremuzza, «i due Dioscuri della passione antiquaria settecentesca»

Autori

  • Francesco Muscolino Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

DOI:

https://doi.org/10.13130/2035-4797/7610

Parole chiave:

Sicilia, XVIII secolo, antiquaria, tutela dei monumenti antichi, collezionismo

Abstract

Ignazio Vincenzo Paternò Castello di Biscari (1719-1786) e Gabriele Lancillotto Castelli di Torremuzza (1727-1792) sono certamente tra le figure più importanti della cultura siciliana del XVIII secolo. Ben conosciuti a livello europeo, punto di riferimento per i dotti viaggiatori che, sempre più numerosi, visitavano l’isola, in corrispondenza con studiosi italiani ed europei, i due principi sono celebri, in particolare, per la loro incessante attività collezionistica, per il loro impegno nella tutela dei monumenti antichi e, soprattutto nel caso di Torremuzza, per le loro pubblicazioni scientifiche riguardanti, a volte – è specialmente il caso di Biscari – oggetti delle loro raccolte. In questo studio si pubblica integralmente, per la prima volta, il reciproco carteggio che, pur conservato solo in parte, offre un interessante quadro dei grandi temi dell’antiquaria settecentesca: collezionismo, ricerche archeologiche, studi eruditi, senza perdere di vista la dimensione “sociale” e impegnata che, secondo la mentalità più avanzata del tempo, doveva essere tipica dell’intellettuale, soprattutto se aristocratico.

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Biografia autore

Francesco Muscolino, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

Francesco Muscolino è funzionario archeologo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in servizio a Milano presso la Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia. Si occupa, in particolare, di ceramica classica, epigrafia greca e latina, storia della ricerca archeologica.

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Pubblicato

2016-09-23

Fascicolo

Sezione

ARTICOLI