L’occasione e l’eterno: la tenda di Tolomeo Filadelfo nei palazzi di Alessandria. Parte prima. Materiali per la ricostruzione
DOI:
https://doi.org/10.13130/2035-4797/124Parole chiave:
Ateneo, Callissino, architettura greca, palazzi reali, archivi reali, Alessandria, Ptolemaia, pompé, Ione, Sostrato di Cnido, tenda, sala ipostilaAbstract
La tenda per banchetti fatta erigere da Tolomeo II nei palazzi di Alessandria è descritta da Ateneo di Naucrati (in un passo qui nuovamente tradotto), operante alla fine del II d.C., che si basa sul racconto di Callissino di Rodi, vissuto probabilmente negli ultimi decenni del III a.C.; questi a sua volta si sarebbe basato sui documenti dell’archivio regale, consistenti sia in atti scritti sia, si ipotizza qui, in materiali figurativi. L’apparato, eretto verosimilmente in occasione dei primi Ptolemaia nel 279-278 a.C., era destinato a un numero limitato di convitati: i dignitari di corte, ma soprattutto gli ambasciatori provenienti da tutta l’oikoumene e probabilmente i settanta traduttori ebrei del Pentateuco, in un’ambizione di enciclopedismo culturale e di universalità politica. La lettura del significato della tenda si integra con quello della processione, volta invece alla popolazione greca di Alessandria e della chora, e porta a collocare ipoteticamente lo stadio, dove essa aveva luogo, non troppo distante dai palazzi. La tenda, forse collegabile a Sostrato di Cnido progettista del Faro e inventore dei portici a due piani, costituisce l’approdo ideologico delle tende persiane e di quella di Alessandro a Susa; tuttavia la valutazione degli apadana e delle sale ipostile greche prova l’indipendenza tipologica e funzionale della tenda tolemaica da tali edifici, spesso invocati come modelli.Metriche
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