Mangiare alla greca a Spina. Vasi, ricette e culture nel Mediterraneo occidentale tra VI e III secolo BCE
DOI:
https://doi.org/10.13130/2035-4797/9155Parole chiave:
Archeologia del cibo, Ceramica da cucina, Sistemi di produzione e di circolazione, Etnicità e identità culturale, Mediterraneo occidentale e Spina,Abstract
A lungo sottovalutati dall’archeologia tradizionale, i resti materiali prodotti dall’uomo durante le fasi di produzione ed elaborazione degli alimenti rappresentano un bacino di informazioni fondamentale per la comprensione degli aspetti legati alla quotidiana nel passato. In questo contributo viene approfondito un momento paradigmatico per la storia del cibo, cioè l’espansione greca in Occidente, periodo di grandi trasformazioni culturali e di innovazioni anche da un punto di vista culinario: nascono ora nuovi metodi di conservazione, di preparazione e di cottura, nuove ricette, e una cultura gastronomica che impone mode e modelli internazionali. Tra il VI e il III secolo BCE, lungo tutte le coste del Mediterraneo, scoperte recenti documentano infatti il diffondersi di pentole e strumenti da cucina nuovi e particolari, di produzione greca: si tratta di vasellame refrattario e resistente, con forme e funzioni inedite (chytra, kakkabe, lopas, thyeia etc.), che in alcuni casi possiamo ricollegare a metodi di cottura e a ricette noti dalle fonti letterarie. Il caso specifico del porto nord adriatico di Spina restituisce possibili fenomeni d’interazione tra le tradizioni locali (etrusche e italiche) e le nuove mode giunte da Atene in tema di banchetto e di simposio. Attraverso l’incrocio di dati da diverse discipline (archeologia, archeometria, archeozoologia, archeobotanica, antropologia fisica), sarà possibile ricostruire con sempre maggior dettaglio una dieta multiculturale del passato, tenendo in considerazione le varie implicazioni in campo economico, sociale e storico.Metriche
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