Appunti sulle sezioni straniere alle prime Biennali. I pittori francesi e l'impressionismo

Autori

  • Maria Mimita Lamberti

DOI:

https://doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n19-20_2022_pp55-61

Parole chiave:

Biennale di Venezia, Biennale di Venezia, Sezione francese, Impressionismo

Abstract

La questione della partecipazione francese alle Biennali non può non partire dalla lunga polemica sull'assenza degli impressionisti: una polemica iniziata da Soffici sulla "Voce", appoggiata da Barbantini e dagli artisti di Ca' Pesaro, che verrà a distanza di quattro decenni risarcita nell'edizione postbellica del 1948, quasi a pagare un debito verso la cultura figurativa d'oltralpe.

Sarebbe tuttavia rischioso uniformarsi passivamente a questa giusta rivendicazione che sottolineava con quanto ritardo la critica italiana accettasse di misurarsi con il rinnovamento linguistico francese: i conti in prima istanza erano quelli con la pittura ufficiale dei Salons e con l'autorità dell'Accademia di Francia a Roma, garante nella persona di Albert Besnard di una selezione attenta a equilibri tra personalità e istituzioni, spesso legate a un'immagine di grandeur.

Nelle maglie della selezione e dei giurati preposti agli inviti, però, un margine sia pur minimo di presenza veniva assicurato, se dal 1897 e poi nel 1903 e nel 1905 alcune opere degli impressionisti storici arrivavano in Biennale.

Manifesto Biennale di Venezia 1897

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Pubblicato

13-12-2022

Come citare

Lamberti, M. M. (2022). Appunti sulle sezioni straniere alle prime Biennali. I pittori francesi e l’impressionismo. L’uomo Nero. Materiali Per Una Storia Delle Arti Della Modernità, 19(19-20), 55–61. https://doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n19-20_2022_pp55-61

Fascicolo

Sezione

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