Παιδομάζωμα (“reclutamento di bambini”) e παιδούπολεις (“città dei bambini”): due genocidi ai tempi della guerra civile greca (1944-1949)
DOI:
https://doi.org/10.54103/2612-6672/27744Parole chiave:
Genocidio, Guerra civile greca, Παιδομάζωμα, Reclutamento di bambini, Partito comunista greco, Παιδούπολεις, Città dei bambini, Federica di HannoverAbstract
Nella definizione ufficiale di «genocidio», data nel 1948 dall’O.N.U., è contemplato anche il «trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro». Durante la guerra civile greca (1944-1949) si verificarono due vicende molto controverse. Da un lato vi fu l’evacuazione coatta di circa 30.000 bambini (figli di anticomunisti, monarchici e nazionalisti) dai territori del Nord, controllati dall’Esercito Democratico greco (D.S.E.), in “campi di rieducazione socialista”, situati nei Paesi comunisti vicini. Dalla parte opposta, altro aspetto dibattuto fu il trasferimento di circa 25.000 fanciulli (prevalentemente figli di combattenti del D.S.E.) in villaggi chiamati “città dei bambini”, allocati nel Sud della Grecia e gestiti da organizzazioni religiose sotto il patronato della regina Federica di Hannover. Da alcune testimonianze emerge che l’indottrinamento al nazionalismo e al monarchismo fosse all’ordine del giorno.
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