Il libro raccoglie una serie di interviste e scritti di Giacomo Verde sulle sue diverse esperienze artistiche accumunate da un uso etico e politico delle tecnologie. Per questo la sua attività è identificabile come "artivismo tecnologico".
"Non mi sento un ottimista tecnologico e tanto meno un feticista. La mia formazione culturale mi ha portato a condividere il punto di vista cyberpunk: l'uso democratico e creativo delle tecnologie é frutto di una battaglia costante. Anche se il digitale dà grandi possibilità esistono interessi economici (di pochi) che fanno di tutto per mettere freni e gabbie."
Si parte dal fondamentale documento collettivo "Per una nuova cartografia del reale" per arrivare al "progetto EutopiE" che sta prendendo forma attraverso la rete. Si racconta dell'esperienze della Minimal-TV, del tele-racconto, dell'attivismo video, del V-jing teatrale e del perché "La televisione non esiste: sono solo figurine".