Il testo comprende un'analisi critica del lavoro di Biancoshock, artivista milanese che opera nello spazio pubblico dal 2004, arricchito da un’intervista per approfondirne le peculiarità della pratica di creazione multidisciplinare. Creatore del non-movimento Ephemeralism, l’artista sviluppa la sua ricerca nel segno dell’azione temporanea di riappropriazione nello spazio pubblico, in cui l’uso dei media digitali, come strumenti per la critica o come oggetto della critica stessa, ha risvolti estetico-concettuali originali, concretizzando un inedito rapporto tra spazio reale e spazio virtuale e perpetuando nel tempo il segno effimero. Dalle installazioni, alle performance online, alle azioni di urban-hacking, compiute spesso in collaborazione con altri artisti sia in Italia che all’estero, Biancoshock pone l’accento su quanto in una società iperconnessa, la dimensione URL possa essere realmente invasiva e devastante per il mondo IRL (abbr. per In Real Life, ndr), ma anche come la prima possa essere un’estensione a supporto del secondo con un uso diverso delle tecnologie.