Questo lavoro intende mostrare come la questione della liveness e, con essa la questione della presenza, possa essere posizionata piuttosto alla fine del secolo scorso. Attraverso uno sguardo mediarcheologio il lavoro intende chiarire come la liveness è figlia di negoziazioni continue tra spazio, media e corpo umano. Tale negoziazione è chiaramente oggi più profonda e complessa perché figlia di forme di mediatizzazione profonda del mondo e delle arti performative. Per questo motivo il contributo intende infine ragionare intorno al concetto di vanish liveness ovvero quelle forme di liveness digitale, prodotte da piattaforme come Instagram, Snapchat, TikTok, Clubhouse, in cui l’evento live non viene archiviato ed è fruibile, proprio come l’evento dal “vivo”, soltanto da coloro che ne condividono un tempo.