La mafia come virus. Insegnamenti involontari della pandemia (a proposito di un dibattito quasi antico)

Autori

  • Nando dalla Chiesa Professore ordinario del Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico-Politici dell'Università degli Studi di Milano

DOI:

https://doi.org/10.13130/cross-13614

Parole chiave:

contagio; virus; corpo sano; mafia; pregiudizio etnico

Abstract

L’articolo trae dal dibattito scientifico sulla pandemia da Covid19 la prospettiva adeguata in cui guardare ai concetti di contagio e di virus. E la applica all’espansione delle organizzazioni mafiose in aree non tradizionali, rilevando come in tal caso sia corretto parlare di contagio, visto che a essere colpiti dal virus del metodo mafioso sono non “corpi sani” ma organismi sociali già indeboliti da importanti patologie civili. L’autore conclude che le teorie volte a negare validità alla categoria del contagio appaiono generate, più che da una superiore precisione analitica, dal timore che essa possa alimentare l’antico pregiudizio etnico antimeridionale.

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Pubblicato

2020-06-07