La minaccia dal mare. Il regno di Napoli tra pirateria, guerra e costruzione dello ‘spazio’ statale in un Tractatus di Giovan Francesco De Ponte
DOI:
https://doi.org/10.13130/2464-8914/14881Parole chiave:
Pirateria; Guerra di corsa; Regno di Napoli; Mare Adriatico; Libertà dei mari.Abstract
Il contributo s’incentra sul tema dell’impatto della pirateria sull’assetto socio-istituzionale del Regno di Napoli in Età Moderna (XVI-XVII secc.). Numerosi storici sono concordi nell’affermare che le continue scorrerie ottomano-barbaresche sulle coste del Sud Italia rappresentarono nel lungo periodo uno dei fattori chiave della debolezza e della fragilità del Mezzogiorno e della sua progressiva marginalizzazione dai circuiti economici e produttivi dell’Europa moderna. Attraverso questa prospettiva d’indagine, il contributo in primo luogo prova ad analizzare le ragioni della vulnerabilità sul piano militare del Regno di Napoli, per poi passare ad esaminarne i risvolti sul piano politico-costituzionale attraverso un testo chiave della cultura giuridica napoletana: il Tractatus depotestate Proregis et Collaterali Consilii et regimine Regni di Giovan Francesco De Ponte. Sottotraccia, l’esame delle strategie di governo adottate durante il viceregno spagnolo dimostra come la strettissima alleanza tra i governanti spagnoli e il ceto di ministeriale di formazione giuridica costituì una formidabile macchina di legittimazione per la monarchia, ma comportò anche il progressivo allontanamento della nobiltà da ogni funzione di governo e di difesa militare. Il risultato di tale compromesso fu quello di privare di fatto il Regno dell’unica componente in grado di contrastare efficacemente il predominio assunto sui mari dai pirati barbareschi e di alimentare una conflittualità latente destinata a segnare nel profondo i fragili equilibri politici della monarchia meridionale.
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