Paul Ricoeur e il racconto Omnium Temporum in Unum Conlatio

Autori

  • Samanta Sarti

DOI:

https://doi.org/10.13130/2039-9251/2045

Abstract

L’inesplicabile funzione sintetica e transitiva dell’immaginazione sta alla base di quel principio di analogia senza il quale non germoglierebbe il fenomeno di innovazione semantica, che è ciò che metafora e racconto hanno in comune a “livello di senso”, ciò che costituisce lo scopo principale d’indagine della filosofia dentro l’enigma della creatività umana. Nel saggio L’immaginazione nel discorso e nell’azione. Per una teoria generale dell’immaginazione, Ricoeur recupera i passaggi aporetici kantiani nel tentativo di riaprire il dibattito sul misterioso, fondamentale intervento dell’immaginazione nell’ambiguo rapporto tra le due forme di conoscenza. Nell’unità linguistica del racconto sta il termine medio tra vissuto temporale e atto narrativo, ma il rapporto di dare e avere del testo, la possibilità di comprendere e far comprendere esperienze, la metamorfosi dal testo all’azione, non avrebbero vita senza quello che Kant chiama “libero gioco dell’immaginazione”. L’immaginazione, suggerisce Ricoeur, è il segreto di una competenza: la capacità di esporci agli effetti della storia liberi di cogliere l’infinità di nessi possibili della temporalità vissuta.

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Pubblicato

2012-03-02

Fascicolo

Sezione

Saggi