Filosofia dello sport. Preparazione ad agire e vivere nel mondo
DOI:
https://doi.org/10.13130/2039-9251/2053Abstract
In questo articolo ci si interroga sul significato originario della pratica sportiva, si ipotizza che sport e arte si possano considerare due differenti rami dell’estetica e, infine, si afferma che solo attraverso un’attività prettamente estetica, l’uomo può giungere a ripensare le condizioni del suo esistere e con ciò a riappropriarsi di un esistenza autentica. Muovendo da questo presupposto e attraverso differenti contributi in campo filosofico, antropologico e neuro-scientifico, si passa ad indagare il meccanismo angoscia-trascendenza che si ipotizza reggere strutture sottostanti l’umano agire e con ciò a evidenziare, da un lato, il pericolo di perdersi all’interno di un’esistenza inautentica cui è esposto l’individuo, dall’altro, il ruolo che l’estetica e nella fattispecie lo sport giocano nel recupero di una dimensione di autenticità da parte dell’uomo. In conclusione, sulla scorta delle argomentazioni precedenti, emerge la necessità di un differente approccio alla fruizione estetica, sia essa di natura artistica, sia di natura sportiva, un approccio da parte dello spettatore che gli consenta di rivivere il senso originario del fare sport.Downloads
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