La “superficialità” del Pop. Dall’ironia di Duchamp all’umorismo di Warhol

Autori

  • Claudio Rozzoni Nuova Università di Lisbona

DOI:

https://doi.org/10.13130/2039-9251/2336

Abstract

Starting from Arthur Danto’s The Philosophical Disenfranchisement of Art, we take into consideration two works of art – Marcel Duchamp’s Fountain and Andy Warhol’s Brillo Box – where the notion of interpretation, according to the American philosopher, plays a prominent role in the process of creation. By focusing on the legacy of Duchamp’s and Warhol’s works, in the light of the Deleuzian notions of Humor and Irony, this paper shows that the two artists can be considered as the first promoters of the “aesthetics of surfaces”. Particularly, Warhol seems to listen to the “superficial claim” of the artificial, that is to say a copy of a copy, that can be brought «to the point where is reversed into the simulacrum».

Biografia autore

Claudio Rozzoni, Nuova Università di Lisbona

Claudio Rozzoni ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in “Estetica e Teoria delle arti” presso l’Università degli Studi di Palermo con una tesi dedicata all’Estetica di Marcel Proust. Collabora con le cattedre di Estetica dello Spettacolo e di Estetica dell’Università degli Studi di Milano, presso la quale, dopo aver svolto un Programma di Ricerca post-dottorale “Fondazione F.lli Confalonieri” sul tema dell’immagine in Husserl e Fink, è ora Assegnista di Ricerca con un progetto che indaga la questione del tempo e della memoria delle immagini nei Salons di Diderot. È capo-redattore della rivista «Itinera. Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti»; redattore e traduttore per l’annuario internazionale «Chiasmi international» e redattore della rivista «Materiali di Estetica. Dal 2006 è socio della SIE (Società Italiana di Estetica) e, dal 2012, è membro dell’Istituto di Filosofia del Linguaggio dell’Università Nuova di Lisbona.

 

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Pubblicato

2012-07-30

Fascicolo

Sezione

Varia