Elementi per un’estetica dell’immagine egizia
DOI:
https://doi.org/10.13130/2039-9251/746Abstract
L’immagine egizia, che si declina nelle forme dell’arte e nella scrittura geroglifica, non è né rappresentazione o imitazione della natura né e-spressione, ma creazione di una realtà altra parallela a quella sensibile: la sua funzione è performativa. L’immagine, lungi dall’essere phantasma, vive di per sé ed è una realtà concreta da usarsi, non una realtà trasfigu-rata da fruirsi. È un simulacro che va a supplire l’oggetto cui somiglia –un esempio è dato dalle libagioni dipinte sulle stele funerarie. Fine dell’artista non è la mimesis, ma la ricostruzione, secondo un canone, di una realtà differente, che si anima per magia. L’immagine nasce nella sepoltura e il suo fine non è solo il tramandare la memoria del defunto, ma prolungare la vita: la morte, tradotta in immagine, non solo ricorda la vita che è stata, ma torna a essere vita e l’invisibile, non più confinato nel regno degli inferi e delle ombre, si fa visibile, mostrando la sua mai perduta realtà. Ora, l’assenza di una dialettica tra immagine e realtà impedisce la fioritura di una riflessione filosofica, di un pensiero astratto, perché ciò che i geroglifici, che sono pittogrammi fonetici, indicano trapassa subito nell’oggetto senza che possa costituirsi come concetto. Tuttavia, a gli egizi questo non interessa: l’immagine, ipostatizzando ciò che designa, lo sacralizza perché essa è al servizio di un’ideologia. Ma sacralizzare non è solo propagandare, bensì inserire un oggetto nell’ordine del cosmo, prolungando l’opera di creazione del Demiurgo che la società si sforza di mantenere attraverso l’azione del Faraone.Downloads
Published
Issue
Section
License
The authors who publish in Itinera are required to accept the following conditions:
1. The authors retain the rights on their paper and lincese the journal the right of first publication. The paper is also licensed under a Creative Commons License, which allows others to share it, by indicating intellectual authorship and its first publication in Itinera.
2. Authors may adhere to other non-exclusive license agreements for the distribution of the published version of the paper (ex. deposit it in an institutional archive or publish it in a monograph), provided that its first publication in Itinera is indicated.
3. Authors can disseminate their paper online (ex. in institutional repositories or on their website) before and during the submission process, since this can lead to productive exchanges and increase quotations of the published work (See “The Effect of Open Access”).