Vita affettiva e istituzioni

Una lettura spinoziana

Autori

  • Cristina Zaltieri Studiosa indipendente

Parole chiave:

Vendibilità del sapere;, Innervatura affettiva delle istituzioni;, Drenaggio delle passioni;, Monoaffettività;, Vita vitalis;

Abstract

Questo articolo parte dall’analisi esposta da Jean-François Lyotard nel famoso testo del 1979 La condizione postmoderna dove si considera come, con l’esaurirsi delle grandi narrazioni (grand narratives) che legittimavano le istituzioni del sapere negli ultimi due secoli, tutte le procedure della ricerca e della trasmissione del sapere hanno come unico principio guida quello di prestazione, ormai esteso dall’economia politica liberista ad ogni ambito. Il confronto con Nietzsche aiuta a comprendere come tali grandi narrazioni nascano già in origine compromesse con passioni che innervano le istituzioni di sapere di massa e che gli apparati ideologici tendono a non riconoscere e a celare. Il ricorso a Spinoza permette di analizzare la “vita affettiva” delle istituzioni, le quali necessariamente traggono la loro forza da una sorta di drenaggio affettivo, il solo capace di legare ad esse la moltitudine degli uomini, la gran parte dei quali è schiava delle loro passioni. Per quanto concerne la formazione Spinoza sembra suggerire di non affidarla solo alle istituzioni governative anch’esse attraversate dalle passioni, quanto di rendere la formazione degli altri il compito di ogni uomo libero che – guidato solo da un desiderio razionale – solo in tale impresa può mostrare tutta l’ars e tutto l’ingegno che possiede.

Riferimenti bibliografici

Per i riferimenti bibliografici, si vedano le note a pié di pagina.

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Pubblicato

2023-11-04