Il senso pedagogico della soggettivazione
DOI:
https://doi.org/10.13130/2239-5474/2908Parole chiave:
Michel Foucault, pedagogia, soggettivazione, Riccardo Massa, pratica, educazione, formazione di séAbstract
Foucault come educatore non dirige da un luogo esterno verso di noi un insegnamento, una dottrina, piuttosto sente la responsabilità di cercare e di estrarre dal mondo «qualcosa» che possa animare l’esperienza che si fa del mondo, di mostrare da una prospettiva latente l’esperienza già fatta, come una scheggia di «reale» che nel mondo si manifesta. Foucault può essere un educatore se accettiamo che la verità è sempre ancora da fare, concretamente, che siamo sempre corresponsabili della verità che è in gioco nella nostra formazione. Può essere educatore, infatti, solo chi è disposto non tanto a «comprendere prima», ma a comprendere nuovamente ogni volta, ogni volta che si dà un’occasione formativa e a profanare eventualmente l’attualità e la solidità di quel che si sa nella condivisione del rischio e della libertà che ogni pratica di ricerca comporta.
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