"Senza D". La campagna Uaar tra libertà di propaganda e divieto di discriminazioni

Autori

  • Jlia Pasquali Cerioli

DOI:

https://doi.org/10.13130/1971-8543/13411

Abstract

1 - Nel tempo della pandemia l'attenzione di commentatori e studiosi si è concentrata sulle limitazioni al (diritto di riunirsi per finalità di) culto. Non sembra avere ricevuto lo stesso interesse un altro contagiato dal virus, ancor più a rischio perché malato cronico: l'esercizio della propaganda in contesto di effettivo pluralismo, sul quale grava il consueto silenzio. Il dramma che oggi tutti viviamo è favorevole a un racconto incline ad accentuare le componenti emotive dei messaggi veicolati, al fine di coinvolgere la platea più ampia di "spettatori". Trionfa così la rappresentazione, fortemente mediatizzata, delle immagini di maggior efficacia, da rendere iconiche per il loro impatto sinestetico: potenti strumenti di persuasione a svantaggio, in un circolo vizioso, delle fedi di minore "ascolto", più che mai senza voce. (segue)

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Pubblicato

2020-05-04

Fascicolo

Sezione

Editoriale