La Corte Costituzionale e la legge regionale lombarda: cronaca di una morte annunciata o di un'opportunità mancata?

Autori

  • Francesca Oliosi

DOI:

https://doi.org/10.13130/1971-8543/7696

Parole chiave:

Edifici ed edilizia di culto

Abstract

Contributo sottoposto a valutazione.

SOMMARIO: 1. Ora come allora: “Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?” - 2. L’oggetto del giudizio: la "legge antimoschea" - 3. Le doglianze del Governo e la difesa della Regione: l'eterno conflitto tra libertà e sicurezza - 3.1. “Confessione è chi la confessione fa. I destinatari della norma, tra illegittima discriminazione e necessaria distinzione - 3.2. Esiste il principio di leale collaborazione tra gli enti (in Lombardia)? - 3.3. Contro la discrezionalità: del popolo (referendum), della norma (“il paesaggio lombardo”) e dei comuni (facoltà e non obbligo di prevedere attrezzature religiose) - 4. La parola alla Corte - 4.1 I prolegomena della sentenza: le premesse che, purtroppo, ancora occorrono - 4.2 Laratio oltre la littera: sull’incostituzionalità dei requisiti aggiuntivi per il “coacervo degli indistinti”, la richiesta di pareri “riguardanti la pubblica sicurezza” e l'impianto di videosorveglianza - 4.3 Convenzioni, referendum e congruità architettonica lombarda: quella pericolosa (ma costituzionale) attenzione per il particolare (rectius locale) sul generale - 5. Profili critici: tirannia del diritto di libertà religiosa o pericoloso bilanciamento? - 6. Errare è umano, perseverare è … politico.

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Pubblicato

2016-10-25

Fascicolo

Sezione

Articoli