Il colore del denaro, il colore della pelle. Marketing, razzismo e capitale nel calcio: le ambiguità del caso Balotelli
DOI:
https://doi.org/10.13130/2035-7680/6531Abstract
Nel lontano 1918, sulle pagine del quotidiano socialista l'Avanti, Gramsci affrontava il
tema della relazione tra classe operaia e tempo libero contrapponendo il calcio ai più
tradizionali passatempi operai da osteria come lo scopone (Bellamy 1994: 73-74). Il
giovane intellettuale coglieva gli aspetti positivi dell'esercizio fisico all'aria aperta
opponendoli all'ambiente malsano ed equivoco dei locali fumosi in cui gli operai
consumavano le ore libere dal lavoro. Inoltre, per Gramsci quei luoghi contribuivano a
indebolire l'affermazione di una coscienza di classe autonoma e costituivano un modo
per perpetuare i rapporti di dominio esistenti. Allo stesso tempo Gramsci si rivelava
poco incline a considerare la possibilità che quel gioco di squadra arrivato
dall'Inghilterra chiamato football potesse imporsi sulle strutture mentali e culturali
degli italiani. In queste resistenze Gramsci coglieva il riflesso delle differenti...