Call for Papers per il doppio panel "Passare il mare: incontri, scontri e trasformazioni nel Mediterraneo epico-cavalleresco" e "Luoghi e approdi del Mediterraneo" per il XXVII Congresso ADI 2024 (Palermo, 12-14 settembre 2024)

In vista del prossimo Congresso ADI Rotte mediterranee. Migrazioni e ibridazioni nella Letteratura italiana, che si terrà a Palermo dal 12 al 14 settembre 2024, la rivista "AOQU", in collaborazione con gli amici Annalisa Perrotta e Luca Degl'Innocenti, propone un doppio panel a tema eroico-cavalleresco, nell’intento di offrire un ampio quadro della funzione del Mediterraneo nella narrativa cavalleresca ed eroica italiana dalle Origini al Seicento.

Il doppio panel, dal titolo Il Mediterraneo nel poema cavalleresco ed eroico: i viaggi e gli approdi (panel n° 16 delle Sessioni parallele) , sarà articolato in due sessioni gemelle:

  1.  Passare il mare: incontri, scontri e trasformazioni nel Mediterraneo epico-cavalleresco (sessione coordinata da Luca Degl'Innocenti e Annalisa Perrotta)
  2. Luoghi e approdi del Mediterraneo (Guglielmo Barucci, Sandra Carapezza, Michele Comelli e Cristina Zampese).

Saranno presenti come discussant Anna Carocci e Nicola Catelli.

Per entrmabi i panel si possono presentare proposte di contributi secondo le modalità indicate sul sito dell'Associazione.

Le proposte, accompagnate da un abstract (1000 caratteri max) e una nota biografica (500 caratteri max) devono essere inviate entro il 19 maggio ai proponenti (annalisa.perrotta@uniroma1.it; luca.deglinnocenti@unifi.it; aoqu@unimi.it) e, in copia, alla segreteria organizzativa: congressoadi2024@gmail.com.

 

IL MEDITERRANEO NEL POEMA CAVALLERESCO ED EROICO: I VIAGGI E GLI APPRODI

Proponenti:
Guglielmo Barucci: guglielmo.barucci@unimi.it
Sandra Carapezza: sandra.carapezza@unimi.it
Michele Comelli: michele.comelli@unimi.it
Luca Degl’Innocenti: luca.deglinnocenti@unifi.it
Annalisa Perrotta: annalisa.perrotta@uniroma1.it
Cristina Zampese: cristina.zampese@unimi.it

Discussant:
Anna Carocci
Nicola Catelli

Fin dall’archetipo omerico, la tradizione epico-cavalleresca occidentale ambienta nel Mediterraneo il racconto di guerra e quello di viaggio. L’interesse può poggiare sul passaggio in sé, ma anche sul punto di arrivo.
Si propone perciò un doppio panel con l’intento di offrire un ampio quadro della funzione del Mediterraneo nella narrativa cavalleresca ed eroica italiana dalle Origini al Seicento. Il discorso sarà dunque articolato in due panel che affronteranno due direttrici: da un lato i viaggi e le rotte via mare, dall’altro gli approdi e i luoghi di terraferma.

1. Passare il mare: incontri, scontri e trasformazioni nel Mediterraneo epico-cavalleresco (coordinano Luca Degl’Innocenti e Annalisa Perrotta)

Nella narrativa cavalleresca italiana, il mare che separa l’Europa cristiana e la Pagania, su cui si affacciano la Spagna, il nord Africa, il Medio Oriente, costituisce sia uno spazio che un confine: un luogo di passaggio, in senso proprio e simbolico. Il significato simbolico può riguardare le collettività (nella contrapposizione spaziale al di qua/al di là che rimanda a differenze etniche, identitarie, etiche, religiose ecc.) ed essere inteso in chiave di separazione netta o invece come barriera porosa, che permette l’incontro; oppure può riguardare gli individui: attraversare il mare è anche una prova, quando chi viaggia affronta la navigazione affidando sé e i propri piani e desideri all’imponderabile. Il passaggio per mare implica però sempre un cambiamento: un cambiamento più evidente di scenario, di luoghi, di genti; un mutamento di stato, di ruolo, di prospettiva, ma anche uno più profondo, legato alle prove cui sono sottoposti i/le naviganti e al potere trasformativo dell’acqua, che può costituire un pericolo nascosto e letale, rappresentare l’incontrollabile potenza del naturale di fronte alla fragile piccolezza dell’essere umano, perfino determinare, grazie al suo potere generativo, una nascita o rinascita dell’individuo che attraversa la soglia liquida del Mediterraneo.
Il panel si propone di accogliere contributi sui seguenti aspetti legati al passaggio per mare nelle opere cavalleresche italiane tra il Trecento e il Seicento:

  • Il mare come sfida: la tempesta marina;
  • Il mare e la Fortuna;
  • Il mare che trasforma: morti e rinascite;
  • Il mare come confine: invasioni, viaggi, avventure;
  • Il mare come spazio di scontro o di incontro.

2. Luoghi e approdi del Mediterraneo (coordinano Guglielmo Barucci, Sandra Carapezza, Michele Comelli e Cristina Zampese)
Questo secondo pannello del dittico che si vuole qui tracciare ha come soggetto gli spazi terrestri mediterranei nella loro varietà, siano essi tappe o mete di un viaggio, siano luoghi di esplorazione, di incontro o di scontro. I cavalieri nemici provengono dall’altra parte del Mediterraneo fin dalla tradizione dell’Aspromonte. I modi in cui, di volta in volta, il poema rappresenta i luoghi al di là del mare dicono molto del rapporto dell’Occidente con l’Altro. Analogamente, il viaggio dei cristiani lungo il Mediterraneo può condurli nei luoghi dello scontro, terre da difendere o da riconquistare, città reali che la propaganda ha promosso a mito (Lepanto, Granada). I luoghi esotici, più o meno lontani, evocano infatti nell’immaginario cavalleresco lo spazio dell’Altro, con il fascino e il potenziale pericolo che tale alterità comporta. Inoltre, luoghi di partenza e punti di approdo sono in rapporto bipolare, all’interno di una progettualità superiore (divina o politica) o di una parabola individuale (esistenziale o sociale). Potranno essere affrontate, da diverse prospettive metodologiche, questioni tra le quali (a titolo esemplificativo):

  • la percezione dei luoghi di approdo e i modi in cui i personaggi interagiscono, in una dinamica conflittuale o pacifica, con lo spazio e con i suoi abitanti;
  • la rappresentazione delle coste del Mediterraneo quale punto di partenza di personaggi che si trovano in Occidente;
  • il valore simbolico e propagandistico della conquista o della difesa di territori mediterranei;
  • lo spazio marino e insulare come punto di arrivo per l’esule;
  • la relazione dei personaggi con lo spazio dell’alterità entro il Mediterraneo: selvaggio, ostile o comunque differente;
  • la rivelazione delle affinità tra lo spazio di approdo e il punto di partenza;
  • l’approdo come meta in un progetto superiore o individuale.