Incontri arturiani. La famiglia di 'acoint' da Chrétien de Troyes alla «Mort Artu»
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Abstract
La famiglia lessicale di acoint è ben attestata in anticofrancese e da qui il suo impiego si è diffuso nelle altre lingue romanze e in quelle germaniche. Nella narrativa medievale, e in particolare nei romanzi arturiani tanto in versi che in prosa, essa ricorre nella rappresentazione della società di corte con le sue relazioni e con i suoi incontri tanto quotidiani che eccezionali. Tra Chrétien de Troyes e il Lancelot en prose, è in effetti possibile riconoscere alcune tendenze condivise e per esempio isolare, tra gli impieghi dei lemmi della famiglia come parole-tema, alcuni casi di impiego come parola-chiave. Si constata tuttavia una differenza nel modo in cui l’impiego come parola-chiave si realizza nei testi in versi e in quelli in prosa. Mentre nei primi sono soprattutto i procedimenti di tipo retorico-stilistico, in particolare figure di parola, a determinare lo scarto rispetto all’impiego come parola-tema, nei secondi la marcatura avviene invece per mezzo di figure di pensiero e meccanismi narrativi, dal gioco di riprese a distanza all’alternanza dei piani percettivi e cognitivi.
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