Il colorito linguistico della «Commedia». Una questione da riaprire?

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Angelo Eugenio Mecca

Abstract

L’articolo affronta il problema dell’aspetto linguistico della Commedia nella prospettiva dell’edizione critica del poema. Si sostiene che la soluzione piú economica resta quella di scegliere, come manoscritto-base di riferimento, un codice di area fiorentina, contro le ipotesi avanzate da alcuni studiosi (Sanguineti, Trovato) di adottare la veste formale dell’Urbinate lat. 366 (= Urb), di area emiliano-romagnola. Al contempo, però, si dichiara di abbandonare il canone del Trivulziano 1080 (= Triv), esemplato da Francesco di ser Nardo da Barberino nel 1337, fino ad oggi considerato dalla gran parte degli editori della Commedia (Vandelli, Casella, Petrocchi, Lanza, Inglese), il testimone piú affidabile per la lingua di Dante; e si additano, come modelli alternativi, superiori a Triv, i codici Parm (soprattutto) o Fior. Pal. 319, rientranti nei limiti cronologici dell’antica vulgata di Petrocchi (ma il secondo non rientra fra i codici-base dello studioso). 

The paper focuses on the linguistic features of Dante’s Comedy. To this aim, the most economical solution is to choose a Florentine codex as a reference manuscript, in contrast to some scholars (Sanguineti, Trovato) who suggested adopting the formal aspect of the Urbinate lat. 366 (= Urb) from Emilia-Romagna. However, the paper states that the canon of Trivulziano 1080 (= Triv, a manuscript copied by Francesco di Ser Nardo da Barberino in 1337) is abandoned, that is the manuscript that so far most editors of Dante’s Comedy (Vandelli, Casella, Petrocchi, Lanza, Inglese) have considered the most reliable witness as far as Dante’s language is concerned. Moreover, manuscripts Parm (particularly) or Fior. Pal. 319 are singled out as alternative models, better than Triv. They belong to the same periods as Petrocchi’s antica vulgata (but the se- cond manuscript is not listed among the base-codices used by the editor). 


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Sezione
Saggi
Biografia autore

Angelo Eugenio Mecca

ANGELO EUGENIO MECCA ha conseguito la laurea in Lettere presso la Scuola Normale superiore di Pisa nel 2001/2002 con una tesi dedicata alle varianti di alcuni manoscritti dell’Inferno dantesco (relatore prof. Marco Santagata); nel 2006 ha conseguito il Dottorato di ricerca presso l’università Ca’ Foscari di Venezia con un lavoro dedicato al censimento e alla raccolta di tutti i testimoni (manoscritti e a stampa) delle Laude di Iacopone da Todi. Successivamente ha iniziato una serie di collaborazioni con università ed enti di ricerca diversi, in Italia e all’estero (Leicester, Ferrara, Novedrate, Università per Stranieri di Siena) in prospettiva della realizzazione di una nuova edizione critica della Commedia. Attualmente si divide fra impegno accademico e insegnamento nei licei di Firenze.