Nell’impossibilità di continuare l’attività performativa dal vivo, a causa delle misure usate per contrastare il COVID-19, la compagnia Instabili Vaganti ha ha reagito con Lockdown memory. Si tratta di una digital performance che riflette su come la pandemia ha reso evidente il bisogno di un cambiamento radicale delle forme di vita e di una tappa del progetto Beyond Borders, dove artisti, studiosi, attivisti politici si collegano da remoto (e continuano tutt’ora a farlo) per ragionare su come attuare tale tra- sformazione. Il presente articolo esamina Lockdown memory entro le cornici della poetica di Instabili Vaganti e la pratica dell’artivismo. La tesi che verrà sostenuta è che la performance lega attività artistica, l’installazione video e la politica per lanciare i semi di una rivoluzione. L’atto performativo ara il terreno da cui sboccerà un nuovo mondo ed evita il ritorno alla normalità passata: una delle cause delle storture e delleingiustizie che ancora vediamo diffondersi.