L’atto del vivente. La vita nello specchio della filosofia speculativa (Aristotele, Bergson, Gentile)
DOI:
https://doi.org/10.13130/2239-5474/2485Parole chiave:
Giovanni Gentile, Henri Bergson, Gilles Deleuze, Filosofia speculativa, Cambiamento, Atto puro, Scienza del vivente, Praxis/poiesis, Slancio vitale, VirtualitàAbstract
Oggetto del saggio è la natura del vivente e, più precisamente, la sua attività. Per rispondere si farà riferimento a due grandi filosofi del Novecento: Henri Bergson e Giovanni Gentile. Entrambi si misurano tuttavia criticamente con la nozione aristotelica di atto puro, una nozione eminentemente teologica e speculativa. Entrambi la riformulano proprio per opporsi alla concezione fisica e metafisica del cambiamento elaborata da Aristotele e per elevare il cambiamento ad Assoluto. Ad entrambi si è soliti imputare un’avversione alla scienza. La tesi sostenuta in questo saggio è invece opposta. Pensando l’atto del vivente come enérgeia, essi hanno contribuito ad emancipare la scienza del vivente da quanto di metafisicamente ingenuo conteneva e continua tuttora a contenere.
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