La comunità della tragedia. Georges Bataille e gli «anni Trenta»

Autori

  • Tommaso Tuppini

DOI:

https://doi.org/10.13130/2239-5474/3346

Parole chiave:

Bataille, tragedia, comunità

Abstract

La tragedia è stato il tema esplicito soltanto di pochi saggi di Georges Bataille. Ciononostante la tragedia è stata una delle ossessioni speculative più ricorrenti, soprattutto durante il periodo delle sue esperienze intellettuali più violente, durante gli anni Trenta Il soggetto che fa spreco luminoso di se stesso è il lato oscuro di ogni singolarità esposta verso le altre. Il vero gesto tragico, quello capace di dare vita e struttura a una comunità, è il sacrificio di Oreste che fugge le Erinni. Al culmine della disperazione Oreste si strappa a morsi un dito della mano sinistra, provocando così il collasso della sua consistenza personale. Questo gesto è potenzialmente contagioso nei confronti di quelli che assistono, i quali diventano in questo modo capaci d'istituire insieme una comunità della tragedia.

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Pubblicato

2013-11-19

Fascicolo

Sezione

I confini dell’Occidente e il limite del pensiero