Ut transeant liberati. Ordo animae and Moral Transformation in Albert the Great’s Ethics

Abstract

Questo saggio si concentra sul tema dell’ordine dell’anima (ordo animae) nell’etica di Alberto Magno (1200 ca.-1280). Ispirandosi a varie sententiae bibliche e integrandole con la fondamentale idea dell’Etica Nicomachea di Aristotele per cui il fine della filosofia morale è diventare buoni (ut boni fiamus), Alberto concepisce l’etica non come mero “discorso filosofico”, per prendere a prestito un’etichetta da Pierre Hadot, ma come un’attività la cui preoccupazione primaria è l’ordinamento – e la trasformazione e liberazione che ne seguono – di sé. Il fatto che Alberto sviluppi tale riflessione sia nei suoi commenti filosofici che in quelli biblici, affidandosi in entrambi i casi sia a fonti aristoteliche che scritturiste, testimonia poi che la sua filosofia e la sua esegesi biblica, solitamente ritratte come radicalmente separate, sono, in realtà, profondamente connesse. 

This essay focuses on the theme of the order of the soul (ordo animae) in the ethics of Albert the Great (1200 ca.-1280). Drawing on several biblical sententiae and integrating them with the fundamental idea of Aristotle’s Nicomachean Ethics that the end of moral philosophy is to become good (ut boni fiamus), Albert conceives of ethics not as a mere “philosophical discourse”, to borrow a label from Pierre Hadot, but as an activity whose primary concern is the ordering – and the consequent transformation and liberation – of the self. The fact that Albert develops such a reflection in both his philosophical and biblical commentaries, relying in either case on both Aristotelian and scriptural sources, testifies then that his philosophy and biblical exegesis, which are usually portrayed as radically separate, are, in fact, deeply connected.